• Pubblicata il
  • Autore: ALEX TOSATTI
  • Categoria: Racconti etero
PICCOLE TRASGRESSIONI DI UNA PARRUCCHIERA (parte prima) - Roma Trasgressiva
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  • Autore: ALEX TOSATTI
  • Categoria: Racconti etero

PICCOLE TRASGRESSIONI DI UNA PARRUCCHIERA (parte prima) - Roma Trasgressiva

Mi facevo tagliare i capelli nel negozio di Sonia fin da quando avevo 18 anni. Ci andavano alcuni amici e così avevo fatto io. In paese era rimasto un solo barbiere per uomini e molti ragazzi si rivolgevano alle parrucchiere per sperimentare pettinature un po' più originali e far colpo sulle ragazze aver terminato la scuola superiore e cazzeggiato all'università per qualche anno, feci il servizio militare e cominciai a lavorare. Per tutto il tempo, salvo durante la leva, continuai a frequentare il suo negozio e ci conoscemmo via via sempre meglio. Nel 1992, lei era già sposata e con una bambina, io avevo avuto diverse storie ed avevo una relazione stabile da due anni . Quando non c'erano altre clienti, parlavamo di tutto, anche dei nostri partners, ma senza nessuna malizia.
Sonia era contenta del suo matrimonio, non cercava avventure. Di un anno più vecchia di me, magra, un metro e 60 circa, capelli neri corti, aveva un bel viso e dei modi gentili. Però non era molto istruita, e, purtroppo, il suo seno era piatto come un asse da stiro.
Insomma, io non ero particolarmente attratto da lei e lei da me, ma la confidenza aumentò ed iniziò a parlarmi dei sospetti su suo marito. A causa del mio lavoro, quasi sempre la raggiungevo in negozio a tarda sera e non c'era nessuno che ci potesse sentire.
Diceva di aver ricevuto strane telefonate da una donna forse una accompagnatrice, che lui era sempre più assente ed io mi sentivo imbarazzato. Mentre parlava, vedevo lei, il suo viso ed il suo corpo riflessi nello specchio davanti a me. Improvvisamente, dopo tanti anni, cominciavo a notare dei particolari che fino ad allora avevo trascurato.
Forse fu la sua fragilità di quel periodo, forse fu solo per sollevarle il morale, ma iniziai a farle dei complimenti.
In effetti, incorniciata dal suo bel volto, aveva una bocca meravigliosa. Raccontandomi dei suoi problemi, la apriva e la chiudeva in continuazione mostrando una schiera di denti bianchi, straordinariamente regolari, che facevano da filtro ad un alito fresco e piacevole.
Una sera, per sbaglio, le capitò di farmi un tagliettino con le forbici. Arrabbiata con se stessa, scusandosi, aveva alzato la voce e le era sfuggito un piccolo sputo di saliva che mi aveva colpito in faccia. Mi aveva accarezzato per pulirmi ed io le avevo accarezzato la mano per tranquillizzarla. Di solito ero molto schizzinoso, ma in quel caso non provai disgusto, anzi provai piacere. Pensai: "Tutto quello che esce da quella bocca è meraviglioso"... quasi come se ci fossimo baciati.
Di lì al seguito, il passo fu breve. Come sempre, ogni due settimane andavo a tagliarmi i capelli e lei mi raccontava di avere definitivamente scoperto la relazione clandestina del marito con quella che lei ormai definiva put**** di lusso, escort scendendo in dettagli sempre più intimi.
- "Gli piace farsi fare i pompini da quella troia! Bravo, fai fai! Ma la nostra casa non è un albergo e io non sono una cretina!"
Mentre lei si sfogava, continuavo ad essere affascinato da quella bocca splendida e, siccome era estate ed era vestita in modo leggero, lo specchio mi rivelava un seno che, anche se modesto, era impreziosito da due capezzoli quasi sempre turgidi. La canottiera corta ed i bermuda mostravano un ventre piatto che, dall'ombelico, arrivava fino al pube, attraversando una quasi impercettibile cicatrice rimasta dopo il parto cesareo. Le gambe erano liscie e glabre, abbastanza diritte e con polpacci ben torniti. I fianchi ad ànfora ed il culo a mandolino mi ricordavano le forme di una girl brasiliana.
Ogni volta che alzava le braccia vicino alla mia testa, dallo specchio intravedevo le sue ascelle punteggiate dai peli in ricrescita. A quell'ora, oltre a quello ormai esaurito del deodorante, riuscivo a percepire l'odore eccitante di ormoni femminili misti a sudore. Pensavo: "Devo provarci... devo provarci!". Ma sua sorella era amica della mia compagna ed anche lei la conosceva. Era troppo rischioso...
CONTINUA

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