DA BAZZOTTO A BAZZERO. SESSO E DEPRESSIONE  - Roma Trasgressiva

DA BAZZOTTO A BAZZERO. SESSO E DEPRESSIONE - Roma Trasgressiva

Marina avvolse le gambe attorno alla mia schiena, costringendo il mio cazzo dentro e fuori al ritmo da lei imposto. Io continuavo solo per inerzia e dissi che sarei venuto in fretta, ma lei si oppose. Mi obbligò a stendermi sulla schiena, salì sopra e iniziò a cavalcare la mia erezione come se non ci fosse un domani. Mentre mi cavalcava cominciò anche a succhiarmi il collo come un vampiro quando godeva, finchè non riuscii più a trattenermi esplodendo nella sua fica egoista e fradicia. Solo allora si sfilò dicendo che era il migliore orgasmo che avesse avuto da un po' di tempo. Che fosse vero o no, non me ne fregava niente. Dissi che avevo bisogno di una doccia e andai in bagno, entrando nella doccia e godendomi l'acqua calda. Poi vidi entrare Marina. Mi girò, mi mise le braccia attorno al collo e cominciammo a limonare sotto la doccia, baciandoci e strofinando i genitali l'uno contro l'altra. Prima che me ne rendessi conto, eravamo di nuovo sul letto, aveva le sue gambe avvolte intorno alla mia vita e mi stava scopando con la sua fica calda e insaziabile. Tuttavia i farmaci anti depressivi continuavano il loro effetto e faticavo a mantenere l'erezione Dovette ricorrere al classico bocchino per farmi drizzare abbastanza, e subito se lo infilò facendolo scivolare nella sua fica bagnata. Sentivo i suoi succhi che circondavano il mio uccello mentre la penetravo. Ho provato col cambiare posizione, sono uscito dalla morsa delle sue gambe e le ho detto di mettersi alla pecorina. Ha acconsentito senza problemi e l'ho penetrata di nuovo. Emise un forte gemito mentre rientravo nella sua fessa, ma dopo un po' persi ancora l'erezione, lo tirai fuori e mi sdraiai sul letto. Non si diede per vinta, lo prese in bocca e lo succhiò costringendomi a raggiungere almeno un bazzotto, mi montò sopra e reinserì il mio strumento dicendo frasi volgari per tenermi in tiro, tipo: “Se non mi monti tu, ti monto io! Succhiami le tette e sfondami la fica! Ancora... ancora... ancoraaaa!”. Dopo qualche minuto è venuta e ho visto l'espressione di appagamento sul suo viso mentre si staccava sdraiandosi sul letto. Io non ero venuto, ma non mi importava affatto. Si distese accanto a me e ci addormentammo entrambi nudi. Dopo due-tre ore mi svegliai poiché sentivo le labbra di Marina sul mio cazzo che insistevano a tentare un pompino. Per la prima volta nella vita non sentivo nulla, l'uccello rimaneva bazzero. Le dissi di smettere e mi misi a piangere. FINE

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